Informatica ambientale ha portato due nuove presentazioni al più importante convegno di Scienze ambientali in Europa: la 27ma edizione del convegno SETAC (Society of Environmental Toxicology And Chemistry) Europe, tenutosi a Bruxelles dal 7 allo 11 Maggio 2017. Andrea Di Guardo ha preparato, come primo autore due poster nella sessione “Modelling and monitoring of pesticides fate and exposure in a regulatory context“. Vediamo uno dei due argomenti presentati.

Il primo poster presentato descrive un nuovo filone di ricerca in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra (DISAT) dell’Università di Milano Bicocca e lo International Centre for Pesticides and Health Risk Prevention (ICPS) di Milano; l’argomento della ricerca riguarda la valutazione della vulnerabilità della matrice suolo ai pesticidi vista a livello territoriale. Il punto cruciale è l’uso del nostro sistema di supporto alle decisioni (EDSS – Environmental Decision Support System) VULPES. La ricerca rappresenta una sostanziale innovazione nel recente campo della valutazione di rischio ambientale (ERA – Environmental Risk Assessment) della matrice suolo, valutazione attualmente regolata dalle linee guida EFSA “Guidance Document for predicting environmental concentrations of active substances of plant protection products and transformation products of these active substances in soil”. È innovativa perché è il primo tentativo di spostare l’attenzione verso una valutazione territoriale con dati reali anziché utilizzare pochi scenari predefiniti rappresentativi di tutta l’Europa.

Quali sono le differenze con l’approccio delle linee guida europee? Prima di tutto, le linee guida forniscono una metodologia per la valutazione dell’impatto delle molecole ai fini della registrazione alla vendita; l’approccio consiste in 5 tier di compessità crescente, sia in termini di numerosità dei dati di input che di modelli matematici. L’approccio delle linee guida è corretto ai fini della registrazione ma essendo basato su singoli scenari, non fornisce alcuna indicazione su come calcolare l’effettivo rischio sul territorio, basato su dati reali. Dall’altra parte il nostro approccio può identificare in quali aree del territorio in esame il suolo è vulnerabile ad uno specifico fitofarmaco, accoppiando dati ambientali reali (meteorologia, pedologia, irrigazioni effettuate) e dati relativi al fitofarmaco (uso e proprietà chimico-fisiche) con modelli cromatografici quali PELMO e PEARL. Al di là dei problemi relativi alla registrazione, il nostro approccio può essere estremamente utile ad identificare aree problematiche dove l’autorità pubblica (AP) e/o l’industria possono focalizzare l’attenzione per misure di mitigazione (AP) o azioni di stewardship (industria).

A breve fornirò nuovi dati e aggiungerò commenti su questo promettente filone di ricerca; intanto il gruppo di lavoro sta preparando un articolo scientifico e nuovi test-case.

Andrea